Mercoledì 8 febbraio 1995, a Torino, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, gremita di popolo all'inverosimile, il cardinale Saldarini, concelebrando la Santa Messa con i vescovi Micchiardi e Garneri e 120 sacerdoti, dava inizio alla causa di beatificazione e canonizzazione di cinque nuovi Servi di Dio.

Carlo Tancredi di Barolo, austero marchese con la sua livrea dell'Ottocento, Margherita Occhiena, la cara e veneranda mamma di san Giovanni Bosco, mons. Adolfo Barberis, illustre Fondatore di suore e maestro di spirito, suor Consolata Betrone, mistica claustrale cappuccina... Ed infine, Silvio Dissegna, un bambino di 12 anni, l'età del pallone e dei calzoni corti. Spontaneamente, veniva da domandare: che ci fa questo tra quelli? E' venuto a curiosare su cose più grandi di lui?

Eppure, da tutti si sentiva che Silvio era lì, al suo posto, come il più amato, colui che più di tutti "toccava il cuore". Moltissimi dei presenti in basilica erano venuti per lui, radunati attorno a mamma e papà e famigliari suoi, in una commozione densa, quasi palpabile. Sento dire da don Vincenzo Pansa, già suo parroco. <<Silvio, il mio ragazzino! Avrei dovuto essere io il suo maestro e, invece, quando uscivo da casa sua, ero io, sacerdote, ad essere stato ammaestrato da lui!>>.

Ma com'è possibile, com'è credibile?